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dimostrazioni scientifiche della veridicità della legge di murphy

14/03/2010

La legge fondamentale di Murphy recita “Se qualcosa può andare male, non preoccuparti. Andrà peggio”.

Da questo enunciato poi derivano un migliaio di corollari, tutti inerenti al corso delle cose e al loro susseguirsi in ordine inevitabilmente sbagliato. Il corollario che più si addice alla mia vita al momento può essere riassunto nella seguente frase: “Quando necessiti di qualcosa, quella cosa non arriva mai. Ma quando la ottieni, ne otterrai troppa”. Un po’ il principio che spiega come mai per mesi cerchiamo un ragazzo e poi ce ne ritroviamo tre o quattro e non sappiamo chi scegliere, i sette anni di vacche magre e i sette anni di vacche grasse, anche se la bilancia cosmica tende a non far durare proprio sette anni le vacche grasse, ma più spesso sette minuti. Le vacche grasse si manifestano come una scelta, solitamente da effettuare nel giro di poco tempo.

Tutto ciò per spiegarvi che no, non sono morto e no, non c’entra nulla l’ultimo post di quasi 10 giorni fa ormai. Ho semplicemente trovato un lavoro. Dopo 11 mesi di porte chiuse, colloqui inconcludenti, periodi di prova infernali e via dicendo, ho trovato un lavoro. E un lavoro che mi piace, in uno studio che mi piace. Ma soprattutto un lavoro dove mi pagano. Una miseria, lo so, ma me la danno.

Inaspettato. Faccio un colloquio e mi dicono che coi loro tempi avrei aspettato un mese. Allora io penso che è un modo carino per dirmi di no, anche se mi sembra strano perché se ti interessa una persona non gli fai un colloquio di oltre un’ora (di solito dopo cinque minuti capiscono che non sei quello che cercavano e ti sbolognano). E quindi amen, anima in pace. Se non fosse che dopo una settimana mi chiamano, mi fanno una proposta interessante e comincio.

Il fatto è che io ormai ero convinto di partire per Lipsia, non riuscendo a trovare nulla. E venerdì, dopo la prima settimana di lavoro, mi chiamano da un numero inconfondibile (di quelli con le prime tre cifre uguali, che hanno solamente il Comune, la Provincia o cose così) e mi informano, ovviamente, che mi hanno assegnato il posto in Germania e che devo confermare il prima possibile.

Alla fine ho dovuto effettuare la mia scelta. Mi sembrava decisamente una cazzata lasciar perdere questo posto per andare in una città della Germania che non è proprio Berlino o Monaco o Amburgo, a fare non si sa cosa in non si sa quale studio, per poi tornare in Italia a luglio e ricominciare a trovare porte chiuse e “le faremo sapere” e “non abbiamo bisogno”.

Per cui è vero, per mesi e mesi cerchi un qualcosa di stimolante. Per mesi e mesi ti senti frustrato perché non trovi nulla. Per mesi e mesi ti demoralizzi, pensi di essere sbagliato, pensi di aver studiato così tanto per poi andare a fare il magazziniere al Conad o il commesso in qualche centro commerciale.

E poi, nel giro di una settimana, mi chiamano in uno studio, mi chiamano in Germania, mi chiamano dalle agenzie di lavoro interinale (sì mi hanno chiamato pure da lì). E devi fare una scelta, dopo mesi passati a cercare di essere scelto. Che è strano, perché è una cosa a cui non sei per nulla preparato.

Comunque, scelta fatta. Adesso vado a sentire Paolo Fox, vediamo in che posizione della classifica sono.

3 commenti

  1. ma porca miseria! ti avevo pensato. pensavo “chissà se la lettera di presentazione ha funzionato?”
    beh, bene. cioè, peccato per la germania, ma che bello che hai avuto la possibilità di scegliere.
    e poi lipsia è carina, ma parlano un tedesco orrendo e mangiano schifezze. sono tanto contenta per te!


    • anche io sono contento, mi trovo bene e faccio esperienza 🙂
      a proposito di felicità: contenta di esserti sbarazzata del bagaglio da stiva e di averlo mutato in bagaglio a mano?? 😀
      congratulescions!!


  2. contentissima, grazie! non è che ora sia più facile, eh… però almeno ora i risultati si vedono!



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